“Fratelli tutti”, una enciclica oltre il tempo di crisi

“L’insegnamento di Papa Francesco ci guida ad andare oltre, a saper guardare al di là di questa crisi con discernimento, speranza e coraggio”. È questa la prospettiva indicata dal cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, nel videomessaggio in apertura del seminario incentrato sul tema: “Fratelli tutti: una enciclica oltre il tempo di crisi”. “L’imprevista tempesta della pandemia che sta ancora scuotendo le nostre vite – ha affermato il porporato – ha fatto emergere quella ‘benedetta’ appartenenza comune, come la chiama il Papa, alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. “Occorre ripartire, riconoscendo la dignità della persona umana e facendo rinascere fra tutti l’aspirazione mondiale alla fraternità”. “Nessuno – ha aggiunto il cardinal De Donatis – può affrontare la vita in modo isolato: c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda ad andare avanti”. “Come è importante sognare insieme”. “Da soli – ha detto infine il vicario del Papa per la diocesi di Roma – si può cadere vittima di miraggi. Non abbiamo paura di sognare insieme”.

Una società fraterna

All’evento, svoltosi on line e organizzato dalla Pontificia Università Lateranense in collaborazione con la rappresentanza pontificia presso Fao, Ifad e Pam e con il Forum Roma delle Ong di ispirazione cattolica, ha partecipato tra gli altri il cardinale Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Il dialogo – ha spiegato il porporato – è la via per aprirsi ai bisogni del mondo e costruire amicizia sociale. Aiuta il mondo a vivere meglio”. Riferendosi agli insegnamenti di Papa Francesco, il cardinale Angel Ayuso Guixot ha sottolineato che l’autentica collaborazione tra credenti è la via per contribuire al bene di tutti. “Non è accettabile – ha aggiunto – che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Deve esserci spazio per una riflessione che raccolga secoli di esperienza e di sapienza”. Si deve promuovere un nuovo dialogo basato sulla fraternità: “Una società fraterna – ha detto infine il porporato – sarà quella che sa promuovere il dialogo per sconfiggere il virus dell’individualismo radicale e per permettere a tutti di dare il meglio di sé”.

Umanesimo cristiano e gratuità

Una pluralità di voci e riflessioni ha scandito il seminario moderato da Vincenzo Conso, coordinatore del Forum Roma delle Ong cattoliche. Il professor Achim Schütz, docente alla Pontificia Università Lateranense, ha sottolineato che se non si vive lo spirito di fraternità, l’uomo perde la sua autentica dimensione e diventa “qualcosa”, non “qualcuno”. Riferendosi alla realtà virtuale, il professor Schütz ha ricordato, in particolare, che il condividere tutto nelle vie digitali “trasforma l’individuo in un oggetto”. Silvina Pérez, responsabile dell’edizione in lingua spagnola del quotidiano L’Osservatore Romano, ha sottolineato che l’enciclica “Fratelli tutti” offre una visione per promuovere l’umanesimo cristiano. Suor Alessandra Smerilli, docente alla Pontificia Facoltà “Auxilium”, ha affermato che l’ultima enciclica del Papa è “un invito a comprendere le implicazioni concrete della fraternità, e quindi ad agire di conseguenza”. “Per evitare di finire vittime di una sclerosi culturale, bisogna comprendere che l’incontro, lo scambio, l’aiuto reciproco tra culture è di beneficio per tutti”. “Come cristiani – ha detto infine suor Smerilli – non possiamo accontentarci di vedere solo il lato bello dello scambio. Esiste la gratuità, la capacità di fare alcune cose per il solo fatto che sono buone, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio”.LEGGI ANCHE04/10/2020

Guardare gli altri come fratelli e sorelle per salvare noi e il mondo

Gli altri, la politica e la pace

Con i successivi interventi si è declinato, attraverso altre chiavi di lettura, l’enciclica “Fratelli tutti”. Il professor Paolo Asolan, preside dell’Istituto pastorale Redemptor Hominis, il dottor Maximo Torero Cullen, capo economista della Fao e Onofrio Rota, segretario generale Fai-Cisl, si sono soffermati sul rapporto con l’altro, con il prossimo. Monsignor Carlo Maria Polvani, sottosegretario aggiunto del Pontificio Consiglio della Cultura, la professoressa Daniela Ropelato, vicepreside dell’Istituto Universitario Sophia, e il professor Vincenzo Buonomo, rettore magnifico della Lateranense, hanno inquadrato attraverso l’enciclica “Fratelli tutti” ambiti cruciali come la cultura, la politica e il potere internazionale. L’enciclica – ha detto il professor Buonomo – ci dice che dobbiamo essere “artigiani della pace”: si deve promuovere una capacità che porti non solo ad essere fratelli, ma soprattutto “a sentirsi fratelli”.

Ritornare a Dio

Il seminario si è concluso con l’intervento di monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Pam. La “Fratelli tutti” richiama “ciascuno di noi ad un necessario ed autentico ritorno a Dio”. “Questa – ha affermato monsignor Fernando Chica Arellano – è la giusta chiave di lettura per dare significato ai termini ‘fraternità e amicizia sociale’, a cui lo scritto pontificio si ispira”. Il Papa, ha aggiunto, “ci chiama nuovamente all’azione, nella consapevolezza che se il grido di aiuto proviene da un nostro fratello, non possiamo rimanere indifferenti, proprio perché in lui c’è il riflesso di Dio che per primo ci ha amato di un amore incondizionato”. “L’umanità – ha concluso l’osservatore permanente della Santa Sede – deve farsi prossima ai fratelli bisognosi, deve investire più energie nell’edificazione di relazioni di amicizia piuttosto che di diffidenza; nella promozione della pace e non in venti di guerre; nella facilitazione di progetti di sviluppo e non di commercio di armamenti”.

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano