Bambini soldato, una drammatica realtà che non viene fermata

“Un crimine contro l’umanità mettere le armi e non pane, giocattoli e libri nelle mani dei bambini”. Forte il monito del Papa in un tweet, nella giornata internazionale dedicata al contrasto dell’uso dei bambini soldato e delle bambine schiave. Questo fenomeno drammatico ha dimensioni globali: in tutto il pianeta si stima che siano circa 250 mila i minori impiegati nei conflitti, ma non esistono cifre ufficiali

Imbracciano fucili e kalashnikov, usano coltello e machete e vengono reclutati da forze armate o gruppi armati. E sono piccoli, anche piccolissimi, anche di soli 6 anni, i bambini soldato vengono usati nei conflitti come combattenti, come spie, messaggeri o, nel caso di bambine, come schiave sessuali, e si parla del 40%. Sono almeno 18 i Paesi del mondo coinvolti da questo fenomeno, così come indicati dalle Nazioni Unite: Afghanistan, Camerun, Colombia, Repubblica Centrafricana, , India, Iraq, Mali, Myanmar, Nigeria, Libia, Filippine, Pakistan, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria, Yemen e Repubblica Democratica del Congo, ed  è qui che è missionario il saveriano padre Faustino Turco, il suo racconto risale agli inizi degli anni 2000, quando la RDC attraversava un drammatico conflitto, in quegli anni il sacerdote si trovava nell’est del Paese, ad Uvira, “una zona di conflitto – ricorda – dove  erano coinvolte diverse milizie. Abbiamo visto come usavano i bambini per la guerra, li chiamavano i kadogo (piccola cosa senza importanza ndr) i piccoli i bambini soldato, li vedevamo da lontano, erano alterati, per non dire drogati, e sappiamo che si tratta di una realtà ancora attuale, venivano quindi messi in prima linea, poi venivano gli adulti, i bambini purtroppo servivano per avanzare, per guadagnare delle posizioni e per uccidere”.A

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano