Marcia straordinaria per la pace in Ucraina

La marcia “PERUGIASSISI” sfilerà domenica prossima e per la prima volta si fermerà davanti la Basilica di San Francesco. “Fermatevi! La guerra è una follia” è l’appello per la giornata, che rievoca le parole pronunciate da Papa Francesco il giorno di Pasqua. Sabato la veglia di preghiera presieduta dal cardinale Czerny

“Per favore: non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!” L’appello di Papa Francesco alla benedizione “Urbi et Orbi” nel giorno di Pasqua è stato subito accolto da chi da oltre sessant’anni si batte per ricordare l’importanza della non violenza e del disarmo. Organizzata in meno di un mese e dopo quasi due mesi di guerra in Ucraina, la Marcia per la pace PerugiAssisi è stata convocata in forma straordinaria per domenica 24 aprile, coinvolgendo cittadini, studenti, istituzioni, professionisti e associazioni uniti nel “fermare l’escalation selvaggia delle bombe, per spezzare il circolo mortale della guerra”, “ottenere il l’immediato cessate il fuoco” ed “evitare il peggio che deve ancora venire”.

“Fermatevi. La guerra è una follia!”

“Questa marcia è necessaria perché mai come oggi abbiamo bisogno di ridare voce alla pace”, spiega Flavio Lotti, coordinatore della PerugiAssisi.  “È una risposta concreta all’appello di Papa Francesco”, spiega, “tutti insieme con lui grideremo ‘Fermatevi. Fermatevi. Fermatevi. La guerra è una follia!’”: “cercheremo anche di riscoprire quelle che sono le nostre responsabilità di fare la pace, perché è una cosa che dobbiamo fare tutti, tutti quanti i giorni”. La marcia”, sottolinea , “è anche è “una bella occasione per riscoprire il valore della pace e farlo un pochino nostro, imparando a ripudiare la guerra, le guerre e a prenderci cura gli uni degli altri”.

Il sabato la veglia di preghiera ad Assisi

L’appuntamento è alle 9 di mattina ai giardini del Frontone di Perugia, ma già il giorno prima al Sacro Convento di Assisi ci sarà una giornata di riflessione sulla pace e la fraternità con gli interventi, tra gli altri, del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, del direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio e di Andrea De Domenico, vicedirettore dell’ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite in Palestina. La sera, poi, il cardinale Micheal Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, guiderà una veglia di preghiera nella Basilica inferiore di San Francesco ad Assisi.

Educare i giovani alla pace

Proprio davanti la Basilica di San Francesco, il giorno dopo, si concluderà la marcia ed è la prima volta che questo non avviene alla Rocca Maggiore di Assisi. Tra i partecipanti anche gli studenti di cinquanta scuole provenienti da cento comuni di tutta Italia. ”Abbiamo voluto che questa marcia fosse una grande occasione di educazione alla pace, una grande giornata di educazione civica per bambini, studenti e studentesse di tutte le età”, sottolinea ancora Lotti. “Bisogna investire sui giovani e la marcia PerugiAssisi sarà un’occasione per dare loro spazio, un’opportunità per sentirsi sempre di più parte di una comunità e anche responsabili della costruzione del loro futuro”.

Non solo Ucraina

Tra i propositi di questa edizione straordinaria della marcia non dimenticare anche gli altri conflitti che stanno insanguinando il pianeta: dalla Siria, alla Libia, allo Yemen, al Sahel. “Quando parliamo di pace dobbiamo stare attenti. La pace non è soltanto un ideale ma è un bisogno estremamente concreto di tutte quelle donne e uomini che sono colpiti dalla guerra”, ricorda Lotti. “Noi siamo come il loro megafono. Domenica prossima marceremo per dare voce ai senza voce, per dare voce a tutte le donne e gli uomini che dicono: ‘smettetela! Fermate i bombardamenti e la vendita delle armi e smettete di ucciderci!’. Dobbiamo dare voce a questa umanità ferita e ricostruire quella famiglia umana in cui tutte le persone riscoprano l’importanza di darsi una mano e di prendersi cura gli uni degli altri”.

Michele Raviart – Città del Vaticano