Vita di un uomo: Francesco d’Assisi
Autrice: Chiara Frugoni
Editore: Einaudi 2014; pagg. 172
Su San Francesco sono stati scritti infiniti libri, anche sconfinanti nel devozionale-fantastico. La storia che invece ci presenta Chiara Frugoni, notissima studiosa del Medioevo e profonda conoscitrice della storia del santo (e delle innumerevoli fonti storiche, iconografiche e letterarie, da cui sono fiorite innumerevoli biografie), ha il pregio di offrire a un pubblico non esperto una vita di Francesco “uomo umano, molto umano e tuttavia un vero santo… talmente cristiano da poter essere ancora un santo attuale” (Jacques Le Goff, prefazione) e che ha affascinato uomini e donne attraverso i secoli.
In questa biografia si colgono la vivissima intelligenza, le debolezze, le superstizioni tipiche dell’epoca in cui Francesco visse. Sette esili ma densi capitoli ripercorrono l’intera vita del Santo patrono d’Italia, in tutte le sue parti essenziali: l’infanzia di cui conosciamo veramente pochi episodi sporadici; la giovinezza trascorsa a scialacquare denaro in feste e divertimenti; ma anche una giovinezza di sofferenze fisiche (dopo una lunga prigionia a Perugia) e di crisi psicologica (al suo rientro nella città natale), con l’avvio di un totale rivolgimento interiore. Dapprima Francesco spera di essere creato cavaliere seguendo un nobile concittadino partito per andare a combattere in Puglia, ma un sogno lo fa tornare ad Assisi, dove continua a lavorare a bottega, a vendere stoffe nella bottega del padre Bernardone.
Uscirà dal periodo di crisi, deciso a sposare Madonna Povertà dopo che “un giorno, mentre cavalca nei paraggi di Assisi, incontra un lebbroso; riesce a farsi forza, smonta da cavallo, gli dà del denaro, e gli bacia la mano, accetta di essere abbracciato” (pag. 22) da chi appariva ripugnante alla vista e respinto da tutti. Al cambiamento-conversione contribuiscono anche le parole che lui crede di udire nella chiesetta di San Damiano dal dipinto in tavola del Cristo “Francesco non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque a ripararla”. E Francesco andò, alternando la cura dei malati con il faticoso lavoro di manovale per riparare i muri pericolanti di quella chiesa, abitando un po’ al lebbrosario e un po’ a San Damiano, fino alla brusca rottura col padre e col proprio passato. Di fronte a questo suo cambiamento radicale “la reazione della gente era varia: alcuni pensavano fosse ammattito del tutto e come tale lo trattavano, deridendolo e insultandolo, altri invece rimanevano colpiti di fronte a quel commovente entusiasmo e alla trasformazione fisica di Francesco” (pag. 32). La maturazione della conversione è narrata e descritta come progressiva spoliazione dell’inutile per raggiungere l’essenziale. Si stringono attorno a lui i primi compagni che lo seguiranno per tutta la vita, perseverando nel condividere con i poveri e i deboli la loro esistenza precaria e di emarginati, vivendo del lavoro delle loro mani, accettando le prime severe regole che invitavano a mettersi direttamente alla sequela di Cristo sempre povero e pellegrino, fino a raggiungere la perfetta letizia – di essere respinti (intirizziti, bagnati coi piedi feriti per un lungo viaggio) dai propri confratelli come Cristo è stato tradito dai suoi, percosso e insultato all’inizio della Passione (pag. 58). “Ma la nota dominante della sua comunità non erano il rigore, le aspre penitenze (queste espressamente proibite), anzi, al contrario, era la gioia” (pag. 61). Sarà con parole piene di gioia e di amore che, malato, molto sofferente, comporrà il Cantico delle creature, per il quale oltre le parole compose anche una musica d’accompagnamento, che i frati avrebbero dovuto cantare in coro “come giullari di Dio”.
Francesco segue il Vangelo che non conosce un trattamento diverso per gli uomini e le donne; accoglie alla Porziuncola Chiara, “la prima pianticella”, che a sua volta avvierà in San Damiano una comunità di sorelle, e sopravviverà a Francesco per ventisette anni.
Importanti per comprendere la personalità di Francesco sono i capitoli dedicati al suo viaggio a Damietta, in Egitto, e l’incontro con il sultano Malik-Kamil per stabilire con lui e gli altri musulmani un dialogo spirituale, mentre i crociati erano in armi contro quelli; la gioia mai provata prima né dai fedeli né dai sacerdoti di una sacra rappresentazione corale della natività di Gesù che Francesco organizza a Greccio; il rifiuto di una morte edificante, ma anch’essa una lode al Signore.
Prima dell’Addio di Francesco la Frugoni dedica tutto il sesto capitolo a Le stimmate. Vera scoperta, un pio racconto, o un’audace invenzione? Cioè: una manifestazione della sofferenza interiore del santo dopo la visione del Serafino -simbolo dell’amore di Dio Padre per la sua creatura – sul monte Verna, in un lungo ritiro di solitaria contemplazione? Un’identificazione con Cristo di natura mentale e non fisica? (biografia di Tommaso da Celano). Oppurele stimmate compaiono nel momento stesso in cui la visione svanisce lasciando impressi i segni nella carne? (successiva biografia di San Bonaventura). Le versioni, messe a confronto, si misurano poi con la versione lasciata da Giotto nell’affresco della Basilica Superiore di Assisi, che finì per imporsi come definitiva.
Seguire la cronologia della vita di Francesco per Chiara Frugoni non equivale a farne scorrere e fissare il tempo, ma vuol dire osservare come un uomo diventa Santo, senza smettere di essere Uomo. Questo cammino costante verso la realizzazione di sé, non ignora né rotture né crisi di coscienza nate dallo scontro con gli eventi esterni, insieme alla crescita tumultuosa dell’Ordine che Francesco vede allontanarsi dallo spirito degli inizi.
Si riversano in questa preziosa biografia (introdotta dalle parole del grande medievalista Jacques Le Goff) anche i frutti di accurati, lunghi e approfonditi studi che la Frugoni ha dedicato all’iconografia* riguardante Francesco. Il lettore è accompagnato all’osservazione attenta di alcune miniature, tavole, affreschi, corollario essenziale per la lettura e comprensione di quanto raccontato, del contesto in cui è fiorita la vita di un uomo straordinario.
* sua, tra l’altro, la recente scoperta del volto di un demone tra le nuvole di un affresco della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, passato inosservato per ottocento anni.
Fonti alle quali si è attinto liberamente: sololibri.net 10/09/2015 antonianum.org, presentazione del libro di Chiara Frugoni 10 maggio 1996
Osvaldo Aime