72ª Giornata Nazionale del Ringraziamento – 06/11/2022
È la Diocesi di Sessa Aurunca ad ospitare sabato 5 e domenica 6 novembre le celebrazioni per la 72ª Giornata Nazionale del Ringraziamento che quest’anno ha per tema: “«Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie”.
La due giorni prenderà il via sabato mattina con un incontro al Teatro Cinema “Corso – Seccareccia”, al quale interverranno la biblista Rosanna Virgili, Sergio Costa, Vice Presidente della Camera dei Deputati, Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente Osservatorio Agromafie, Gabriele Canali, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, e il Vescovo di Sessa Aurunca, Orazio Francesco Piazza. Seguirà una tavola rotonda con i referenti delle associazioni ACLI Terra, Coldiretti, Fai CISL, Feder.Agri-MCL, Terra Viva.
Nel pomeriggio è previsto un momento di preghiera e di riflessione tra le vie del Centro storico, animato dall’Ufficio Liturgico della Diocesi con gli studenti degli Istituti Comprensivi ‘San Leone IX’, ‘Caio Lucilio’ e Convitto Nazionale ‘Agostino Nifo’. Successivamente, in Piazza Castello, si terrà una rappresentazione sul tema della Giornata curata dai giovani dell’I.S. ‘Agostino Nifo’ di Sessa Aurunca e del Liceo ‘Galileo Galilei’ di Mondragone.
Domenica mattina, alle 11, Mons. Piazza celebrerà nella Chiesa dell’Annunziata la Santa Messa che sarà trasmessa su RaiUno e, al termine, benedirà i mezzi agricoli in Piazza XX Settembre.
“Oggi il mondo agricolo vive una scelta tra «la vita e il bene, la morte e il male» (Dt 30, 15): ne va, oltre che dell’esistenza personale di uomini e donne, anche della vita sociale, economica ed ambientale del Paese. Un impegno per tutti”, scrivono i Vescovi nel Messaggio per la Giornata. “Apprezziamo oggi più che mai questa attività produttiva in un tempo segnato dalla guerra, perché – sottolineano – la mancata produzione di grano affama i popoli e li tiene in scacco. Le scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura fanno tornare attuale il sogno di Isaia di trasformare le spade in aratri, le lance in falci (cf. Is 2,15)”.