San Pietro di Sebaste (26/03/2023)
Pietro da Scbaste era il più piccolo dei dieci figli di S. Basilio il Vecchio e di S. Emmelia, e membro di una delle più eccezionali famiglie di santi. Sua nonna era S. Macrina l’Anziana (14 gen.), guidata nella via della santità da S. Gregorio il Taumaturgo (17 nov.), sua sorella maggiore era S. Macrina la Giovane (19 giu.) la cui influenza, dopo quella dei genitori, fu fondamentale nella formazione dei fratelli Basilio Magno (2 gen.), Gregorio di Nissa (10 gen.) e Pietro stesso.
Basilio il Vecchio morì quando Pietro aveva pochi mesi, e fu Macrina, la più anziana della famiglia, a prendersi cura di lui. Il suo unico scopo era di prepararlo per la vita eterna, per cui considerò praticamente inutili gli studi profani, scottata anche dal comportamento del fratello Basilio che aveva fatto ritorno dopo gli studi universitari pieno di presunzione e che ella aveva dovuto ricondurre nella via cristiana.
È vero che Basilio non smise mai di dare valore ai suoi studi secolari, specialmente quelli in filosofia, ma Macrina era assolutamente pragmatica nel suo approccio alla fede. A tempo debito Pietro scelse la vita monastica ed entrò nel monastero maschile fondato dalla madre e guidato allora dal fratello Basilio.
Quando Basilio fu chiamato fuori da Eusebio di Cesarea nel 362, nominò Pietro suo successore, e divenuto vescovo di Cesarea, lo ordinò sacerdote.
Pietro rimase alla guida del monastero per alcuni anni e diede prova di grande carità: durante un periodo di carestia, nel corso del quale il monastero era assediato tutti i giorni da persone affamate, egli mise a disposizione tutti i loro beni per dar da mangiare alla folla. Macrina e Basilio morirono nel 379, un anno dopo Pietro divenne vescovo di Sebaste al posto dell’ariano Eustazio, precedentemente persecutore di suo fratello. Nonostante la mancanza di un’educazione universitaria, Pietro possedeva per natura il dono dell’eloquenza. Nel 381 partecipò al concilio ecumenico di Costantinopoli e il fratello Gregorio di Nissa, come anche Teodoro e altri scrittori, ne ricordano la santità d’animo, la prudenza e il fervore.