Il Papa: aiutiamo i giovani a scoprire il progetto di Dio su loro, non quello dei mercati
Liberarsi dagli “stereotipi irraggiungibili” che i “gruppi di pressione cercano di imporci” e vivere la vita con spirito di responsabilità e umiltà: Francesco raccomanda che sia rivolto a questo obiettivo l’impegno della “Fondazione Blanquerna” di Barcellona, erede della visione del beato spagnolo Ramón Llull
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Ai membri della “Fondazione Blanquerna”, istituto di istruzione superiore fondato nel 1948 e integrato nell’Università Ramon Llull di Barcellona, Francesco parla in spagnolo sottolineando subito l’attualità del messaggio contenuto nel nome stesso della Fondazione. Blanquerna è un personaggio letterario – una sorta di eroe senza macchia che sa sempre quale sia la migliore strada da percorrere nella vita – protagonista di un libro del filosofo e beato Raimondo Lullo che, raccontando la sua storia, descrive la società del proprio tempo offrendo “alcuni modelli di vita cristiana che possono aiutare chiunque a seguire Cristo” qualsiasi sia la sua vocazione. Ciò che conta nell’azione educativa, afferma il Papa, è aiutare i giovani a scoprire “il progetto di Dio” per loro e a realizzarlo.
Liberarsi dagli stereotipi imposti dalla società
Riferendosi alla pedagogia contenuta nell’opera scritta da Lullo, Francesco dice che essa si allontana “dagli eroi fantastici che cercano di eludere la nostra realtà, come erano allora i personaggi cavallereschi” e che, al contrario, egli propone a tutti “modelli di vita semplici e naturali, in cui possiamo servire il Signore”. E osserva:
Quanto dolore e frustrazione provocano oggi, persino più che ai tempi del beato, gli stereotipi irraggiungibili che i mercati e i gruppi di pressione pretendono di imporci. Che grande compito far scoprire ai giovani il progetto di Dio per ognuno di loro.
Un momento dell’incontro
Uomini e donne completi che tendono all’incontro con Dio
E’ l’impegno che la Fondazione e l’intera Università si propone di portare avanti seguendo i diversi percorsi di vita descritti da Raimondo Lullo: valorizzando il ruolo della famiglia nella società, sostenendo i giovani nell’affrontare le diverse sfide dell’esistenza, insegnando che il cristiano non deve muovere i propri passi spinto dal desiderio di “carrierismo” – che, sottolinea a braccio, “non è comunitario, è individualista e questo reca tanto danno”-, ma dalla volontà di rispondere a una chiamata e che, dopo aver assolto al proprio compito, “il cristiano deve tendere all’incontro con il Signore”. Il Papa afferma che sono questi i valori che auspica siano espressi nei progetti educativi dell’Università:
Formare, sì, con un linguaggio attuale, moderno, agile, pedagogico, con un’analisi accurata della realtà; ma tenendo sempre conto che formiamo uomini e donne completi, non repliche illusorie di ideali impossibili. Per esempio, ci sono alcune università che ho conosciuto in America che sono troppo liberali, che cercano solo di formare tecnici, formare specialisti e si dimenticano che devono formare uomini e donne. Persone integre che cercano di dare il meglio di sé nel servizio a cui Dio li chiama, sapendo che sono pellegrini, che in realtà tutto è cammino verso una meta che supera questa realtà, l’incontro dell’amico con l’amato.
Foto ricordo con Papa Francesco
La presenza di Gesù illumina la vita
Francesco conclude il suo saluto citando un passo finale del libro del beato Lullo:
“Chiesero all’Amico quali fossero le tenebre più grandi. Rispose l’assenza del suo Amato; e alla domanda quale fosse lo splendore più grande, disse la presenza del suo Amato”
L’augurio del Papa ai membri della “Fondazione Blanquerna” è dunque che possano “illuminare la vita” dei loro studenti “con la presenza di Gesù”, che questo “li renda consapevoli della loro dignità di amici, di Dio e dell’umanità, e che possano dissipare le tenebre che coprono questo mondo lontano dalla sua vera essenza”.
Adriana Masotti – Città del Vaticano