Commento al Vangelo di Giovanni Gv 6,51-58 (18/08/24)

Fratelli e sorelle in Cristo, in questo passaggio del Vangelo di Giovanni, ci troviamo di fronte a una delle più profonde e misteriose rivelazioni del nostro Signore Gesù Cristo. Egli afferma con chiarezza e decisione che è il pane vivo disceso dal cielo e che chiunque mangia di questo pane vivrà in eterno. E il pane che Egli darà è la sua carne per la vita del mondo.

Le parole di Gesù suscitano sconcerto e dibattito tra i Giudei, poiché sembrano impossibili e scandalose: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Questa domanda rivela la loro incomprensione e la loro resistenza ad accogliere una verità che trascende la loro esperienza e la loro logica umana. Ma Gesù, invece di attenuare la sua affermazione, la ripete e la approfondisce ulteriormente.

“In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.” Qui, il Signore ci introduce al mistero dell’Eucaristia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue, che è la fonte della nostra vita spirituale. Mangiare la carne di Cristo e bere il suo sangue non è solo un atto simbolico, ma una realtà sacramentale che ci unisce intimamente a Lui. Attraverso l’Eucaristia, Cristo dimora in noi e noi in Lui, realizzando una comunione profonda e vitale.

Queste parole di Gesù richiedono una fede che va oltre la ragione umana. La carne di Cristo è vero cibo e il suo sangue vera bevanda perché, attraverso di essi, riceviamo la vita eterna. Questo cibo e questa bevanda ci trasformano, ci rendono partecipi della vita divina, ci uniscono al sacrificio redentore di Cristo e ci preparano alla risurrezione nell’ultimo giorno.

Quando Gesù dice che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue ha la vita eterna, Egli non parla solo di una vita futura, ma di una realtà presente. La vita eterna inizia qui e ora, attraverso la nostra comunione con Cristo nell’Eucaristia. Viviamo per Lui, come Egli vive per il Padre, e partecipiamo alla sua vita divina.

La manna che i padri mangiarono nel deserto era un segno temporaneo, un prefigurazione del vero pane disceso dal cielo. Coloro che mangiarono la manna morirono, ma chi mangia di Cristo vivrà in eterno. In questa promessa vediamo la pienezza della grazia e della verità che Cristo ci porta.

Cari fratelli e sorelle, siamo chiamati a accogliere con fede e gratitudine questo dono meraviglioso. Partecipiamo con devozione e amore all’Eucaristia, riconoscendo in essa il segno supremo dell’amore di Dio per noi e la fonte della nostra vita eterna. Che il Signore ci conceda di vivere sempre più profondamente questa comunione con Lui, e di essere trasformati dalla sua grazia.

Amen.