Custodia del Creato: 19ª Giornata Nazionale
“Spera e agisci con il creato” è il tema della 19ª Giornata nazionale per la custodia del creato le cui celebrazioni sono promosse quest’anno dalla diocesi di Avezzano, in sinergia con gli Uffici per i problemi sociali e il lavoro e per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Tagliacozzo, Magliano dei Marsi e Avezzano hanno ospitato giornate di riflessione e confronto sulle “aree interne”, “luoghi segnati da spopolamento e talvolta da rassegnazione”, spiega don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro evidenziando che “il malessere di abitare in una periferia trascurata, la violenza di speculazioni e consumo di suolo, l’incuria verso il paesaggio, l’illusione di poter vivere di solo turismo «mordi e fuggi» sono i segni di una malattia relazionale”. Il territorio “va esplorato non solo nelle sue problematiche, ma a partire dalla sua vocazione e dalle sue ricchezze valoriali”, afferma don Bignami per il quale “la qualità di una comunità fa la differenza e non dipende dal numero di abitanti”. Per questo, “occorre riattivare capacità di resistenza e di resilienza, di cura e di adattamento alle novità, di recupero di tradizioni e di nuove immaginazioni produttive, di far sposare saperi e sapori, di far dialogare centro e periferie, aree metropolitane e aree interne”. “Il territorio – aggiunge – non è una piattaforma anonima o il supporto inerte sul quale caricare qualunque cosa, ma un luogo in continua trasformazione a seconda della cura che poniamo al fattore comunità”.
Ecco perché “da credenti, non c’è altro modo per abitare la terra se non quello di amarla. Ci si appassiona nel momento in cui ci si prende cura: la si conosce, la si valorizza”, sottolinea il direttore CEI ricordando che “il primo tradimento di un territorio non è quello di abbandonarlo per trasferirsi altrove, ma di trascurarlo e ignorarne le potenzialità, di non conoscerne le tradizioni e la vocazione (turistica, agricola, artigianale, lavorativa, culturale, spirituale…), di sentirsi estranei ai gemiti presenti”.