Bambini soldato
Papa Francesco: i bambini soldato “Una tragedia”, “un crimine abominevole”,”Un grido che sale a Dio”.
Una tragedia”, “un crimine abominevole”. Negli anni il Papa ha sempre fatto sentire la sua voce riguardo la terribile piaga dei bambini soldato, facendosi così interprete del dolore di tanti minori, strappati alla loro infanzia e costretti a imbracciare le armi, diventando strumenti di morte. In un tweet sul suo account @Pontifex, pubblicato in occasione della Giornata internazionale contro l’uso dei bambini in situazioni di conflitto, Francesco scrive:
I bambini soldato sono derubati della loro infanzia, della loro innocenza, del loro futuro, tante volte della loro stessa vita. Ognuno di loro è un grido che sale a Dio e che accusa gli adulti che hanno messo le armi nelle loro piccole mani.
Grave violazione dei diritti dei bambini
Bambini impiegati come combattenti ma anche come cuochi, facchini, guardie, messaggeri. Bambine che si occupano di varie attività come il trasporto, l’assistenza medica, la cucina, la pulizia e la cura di altri bambini ma che possono diventare parte attiva nel conflitto, come in Africa dove quasi il 40% delle ragazze reclutate dalle forze e dai gruppi armati partecipa direttamente alle ostilità o in Medio Oriente dove esistono unità di sole donne per l’uso di armi tattiche. Entrambi però sono vittime di rapimenti, minacce, manipolazioni. Alcuni sono spinti dalla povertà, costretti a generare reddito per le loro famiglie. Altri ancora si associano per sopravvivere o per proteggere le loro comunità. Indipendentemente dal loro coinvolgimento, il reclutamento e l’uso di bambini da parte delle forze armate – sottolinea l’Unicef – è una grave violazione dei diritti dei bambini e del diritto internazionale umanitario.
Un fenomeno in crescita
L’Onu, in occasione dell’odierna Giornata, sottolinea che nel 2020 sono oltre 8.500 i bambini soldato reclutati e impiegati in zone di guerra, un numero in aumento rispetto ai 7.750 casi registrati nel 2019. Oltre 93 mila i bambini soldato tra il 2005 e il 2020, solo due anni fa le Nazioni Unite hanno verificato 26.425 gravi violazioni. Quasi il 75% dei conflitti coinvolgono il reclutamento di minori e ben oltre la metà di questi ha incluso le bambine. Quello che subiscono i bambini sono forme estese di sfruttamento e abuso che diventa anche sessuale nel caso delle bambine. Il matrimonio precoce è un altro strumento favorito da alcune parti in conflitto: le ragazze sono costrette a sposare combattenti maschi adulti e a vivere sotto il loro controllo, spesso sottoposte a violenza sessuale quotidiana.LEGGI ANCHE12/02/2021
Battaglia: una piaga difficile da estirpare
La Giornata internazionale contro l’uso dei bambini in situazioni di conflitto è stata indetta il 12 febbraio 2002, data in cui è entrato in vigore il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia che vieta il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati. Laura Battaglia è una giornalista, documentarista, autrice di molti reportage in Yemen, e a Vatican News ricorda che ci sono Paesi dove “l’infanzia non è infanzia e dove i bambini, quando nascono, sono già adulti”. Si tratta – afferma – di un contesto molto difficile da comprendere e cambiare perché i minori sono da sempre impiegati in alcuni lavori, le ragazze date in sposa molto presto o i maschi usati in vario modo dalle Milizie o in eserciti. Serve sensibilità, sostiene la giornalista, ma anche l’empatia che nasce dal toccare con mano questa piaga.
Benedetta Capelli e Andrea De Angelis – Città del Vaticano