Il Papa ricorda Padre Pio: “Ha combattuto il male con umiltà e obbedienza”
Umiltà, obbedienza, carità, dolore – tanto dolore, fisico e spirituale – ma sempre offerto per amore. Papa Francesco ricorda in un tweet la figura di San Pio da Pietrelcina, nel giorno in cui la Chiesa ne ricorda la memoria liturgica e celebra il ventennale della canonizzazione, presieduta il 16 giugno 2002 da Giovanni Paolo II.
Il tweet del Papa
Dall’account @Pontifex in nove lingue, Francesco delinea in 210 battute un breve ma significativo ritratto del frate cappuccino:
“La carità animata dalla fede ha il potere di disarmare le forze del male. San #PiodaPietralcina ha combattuto il male per tutta la vita: con l’umiltà, con l’obbedienza, con la croce, offrendo il dolore per amore”.
Lotta al male
In particolare il Papa – che il 17 marzo 2018 si recò in visita pastorale a Pietrelcina, luogo di nascita di San Pio, Benevento e San Giovanni Rotondo, nel centenario dell’apparizione delle stimmate – rammenta una delle costanti della vita del frate: la lotta al male. Intesa come quei combattimenti contro il demonio, al quale, come scrivono molti biografi, erano invise le capacità di Padre Pio di leggere nel cuore e di avere visioni. Combattimenti che gli diedero tormento fino alla fine dei suoi giorni ma che lui, come rileva oggi il Papa, vinse con la carità e la fede.
Una devozione universale
La devozione nei confronti del cappuccino iniziò ancora prima della morte. Nel tempo ha superato i luoghi in cui ha vissuto e operato, raggiungendo anche il Sud America o l’Africa, dove sono numerose oggi le opere di carità e solidarietà a lui intitolate. Oltre 300 mila persone affollarono Piazza San Pietro nel giorno della Messa di canonizzazione presieduta da Giovanni Paolo II, che con Padre Pio ebbe anche uno scambio epistolare.
O’Malley a San Giovanni Rotondo
Una grande folla di fedeli era presente anche questa mattina a San Giovanni Rotondo nella nuova chiesa intitolata al Santo, progettata dall’architetto Renzo Piano, per la Messa celebrata dal cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e frate minore cappuccino. Già in passato il porporato, anche presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, aveva visitato la località pugliese, dove da una settimana sono in corso le celebrazioni per la festa di San Pio tra Messe, novene, processioni con la statua per le vie della città.
Non un “santo della porta accanto”
Nell’omelia di oggi, O’Malley ha esordito ricordando che Padre Pio è stato un “dono dell’Italia al mondo” ed ha aiutato “tutti noi frati a intravedere la bellezza della nostra vocazione e ci ha spronato a impegnarci per essere più fedeli”. Tutti “abbiamo tanto da imparare da Padre Pio”, il quale ha mostrato “che Dio è reale e che l’unico vero successo nella vita è la santità”. Una figura, la sua, che non è quella del “santo della porta accanto”: “Sono sicuro – ha detto il cardinale – che Padre Pio sarebbe stato molto felice di condurre una vita nascosta ed essere uno di quei santi anonimi che passano inosservati e sconosciuti”. Ma il Signore a volte “punta i riflettori” su un individuo “affinché la sua vita e la sua testimonianza diventino una finestra”. “Nel progetto di Dio, questo povero e semplice contadino era destinato a diventare uno strumento per rivelare al mondo intero la presenza amorevole e la misericordia di Dio”, ha affermato O’Malley.
Il legame con Wojtyla
Ha poi ricordato il legame di Wojtyla con il Santo, in particolare la nota lettera in latino, inviata nel 1962 come arcivescovo di Cracovia, per chiedere al frate di pregare per l’amica polacca, la dottoressa Wanda Półtawska, affetta da una grave forma di cancro: “Sappiamo – ha detto O’Malley – che questa donna fu successivamente guarita in modo meraviglioso. Sono sicuro che nessuno ha dovuto convincere Giovanni Paolo II della santità, delle virtù eroiche e dello straordinario impatto di Padre Pio”.
Ovunque nel mondo
Impatto che “ha toccato molti milioni di persone nel mondo”, come dimostra il fatto che “ovunque si possono trovare foto, immagini e statue di Padre Pio, non solo nelle chiese ma anche in negozi, ristoranti e fabbriche”: “Quante persone portano una sua foto nel portafoglio o in borsetta! Milioni di persone vengono qui ogni anno per visitare il suo santuario; centinaia di migliaia appartengono ai gruppi di preghiera da lui ispirati; alla fine della sua vita riceveva 5 mila lettere al giorno”. Il frate “non si vantava della sua fama o notorietà”; “Dio – ha ripetuto il cardinale – lo ha scelto, piccolo, per essere un portale verso il trascendente”.
Il “peso” delle stimmate
Un cenno da parte dell’arcivescovo di Boston anche al “peso delle stimmate” portato da San Pio per cinque decenni “con amore e pazienza”. “In un mondo in cui il dolore è visto come il male più grande, Padre Pio ci mostra che il male più grande non è il dolore, ma il peccato e l’egoismo. Il dolore può essere un’arma a doppio taglio che porta all’autocommiserazione, alla rabbia o alla disperazione. Quando la croce nasce con amore e in unione con Gesù è vivificante e porta alla risurrezione”.
Icona del Giubileo della Misericordia
Da qui, infine, un ricordo del Giubileo della Misericordia del 2016, durante il quale Papa Francesco fece portare le reliquie di Padre Pio e di San Leopoldo Mandic nella Basilica di San Pietro. Centinaia di migliaia le persone vennero a pregare davanti alle reliquie. “Di tutti gli Anni Santi che ho vissuto nella mia vita, l’Anno della Misericordia è stato il più potente”, ha detto il cardinale O’Malley. “Non sorprende che il Papa abbia scelto Padre Pio come santo che esemplifica la missione di misericordia della Chiesa”.
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano