Rivoluzioni

Dialogo tra chi scrive e chi fotografa a cura di Tiziana Bonomo.

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Autori: Domenico Quirico e Ivo Saglietti

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Editore: Sanpino editore, pagg. 123, anno 2023

Il linguaggio delle parole e quello delle immagini si intrecciano nel dialogo che Tiziana Bonomo intrattiene, insiemeal giornalistaDomenico Quirico e al fotoreporter Ivo Saglietti, entrambi attenti all’umanità, alla fatica, al dolore di destini storti, avversi. In questo primo numero della collana “Intrecciare parole e immagini” Quirico e Saglietti dialogano sulle Rivoluzioni, un tema non facile, che punge, che è pieno di spine (T. Bonomo), su alcune delle tante rivoluzioni recenti e meno che hanno infiammato popoli e individui sintetizzate in alcuni slogan – “la terra ai contadini” (1917), “noi vogliamo la dignità” (la cosiddetta ‘primavera araba’, 2011) – catalizzatrici di malcontenti, di aspettative, di voglia di riscatto, di decidere sul proprio presente, sul proprio futuro.

Muoversi tra rivolte e rivoluzioni, il cui confine rimane spesso a lungo incerto, dove il tempo è accelerato e tutto sembra diventare possibile, è da tempo mestiere davvero pericoloso per giornalisti e fotografi (molti uccisi o feriti nelle recenti guerre in Europa e nel mondo). I ribelli nel modo arabo, ad esempio, hanno perso ogni interesse a guerre ideologiche, a lasciar filtrare informazioni sui loro movimenti, anzi sono ben determinati a tener lontano ogni testimone dei loro atti, a combatterli, eliminarli, interessati solo ad autopropagandarsi.

Cosa accomuna le rivoluzioni? Perché molte si trasformano in controrivoluzioni? Padre Dall’Oglio, scomparso nel 2013 in Siria, era un rivoluzionario? Che deve fare un fotografo, un giornalista in una situazione rivoluzionaria? Sono alcune delle tante domande che questo duplice mestiere inevitabilmente pone. Le fotografie di Saglietti, per quanto documentino momenti di scontri duri e aggressivi, raramente propongono situazioni di violenza esplicita. Esse sono rivolte all’uomo, alle sue emozioni, così come di emozioni è intrisa la scrittura di Quirico, vibrante di umanità e di delicatezza nelle vicende raccontate.

I fotogrammi che punteggiano il dialogo dei reporter non indugiano mai sul dolore, sulla tragedia dalla quale sono travolti vittime e sconfitti delle rivolte-rivoluzioni, né sulla ferocia degli oppressori, bastano alcuni particolari – un manganello in mano a un militare cileno, un cavalletto di frisia a un Check point in Palestina… – a disegnarne il dramma. Raffigurato volutamente e efficacemente dal bianco e nero scelto di ogni scatto, che induce chi guarda a una maggiore concentrazione sul tema.

Il lettore può inoltre contare su un glossario finale per focalizzare alcuni dei momenti e personaggi incontrati tra le pagine.

Utile chiave di lettura di “Rivoluzioni” sono le brevi riflessioni finali di Saglietti e Quirico e la chiusa della Bonomo, che per questo potrebbero anche essere lette prima di tutto. Una bussola per meglio leggere gli interventi.

Osvaldo Aime