Le gemelle di Auschwitz

Una storia vera

Le due sorelle deportate ad Auschwitz a soli dieci anni e miracolosamente sopravvissute

Eva Mozes Kor

Newton Compton editore

Pag 160

Le due gemelle protagoniste, Eva e Miriam, ebree rumene provenienti da un villaggio di poche centinaia di abitanti al confine con l’Ungheria, Portz, vivevano con le due sorelle maggiori e i genitori, Alexander e Jaffa, in una grande fattoria, dove i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento consentivano alla famiglia una vita agiata.

Quando però i nazisti si impossessarono della Polonia e si allearono con l’Ungheria, per i Mozes non ci fu scampo: nell’estate del 1944 vennero deportati, dapprima in un campo di transito, e poi ad Auschwitz. I genitori e le sorelle più grandi sparirono, subito gasati, mentre le due gemelle di appena dieci anni, dovranno fronteggiare a lungo il vero volto del male. Furono assegnate alle baracche che ospitavano le coppie di gemelli, bambini e ragazzi di ogni età e risparmiate dalla immediata furia distruttiva dei torturatori perché utili vittime sacrificali delle follie pseudoscientifiche del dottor Josef Mengele, passato alla storia come l’Angelo della morte. Artefice di deliranti esperimenti per migliorare la possibilità di sopravvivenza e di guarigione dei soldati tedeschi in guerra, o di migliorare la “razza ariana”…

Arriverà poi per le sorelle la liberazione da parte dei soldati sovietici, il lungo viaggio di ritorno che le porterà fino in Israele, dove cercheranno di ricostruirsi una vita, lavorando duramente. L’incontro fortuito di Eva con un turista americano diventa amore: i due si sposano e si spostano in Indiana…

Doppia la missione assunta da Eva: tutelare la memoria, dedicando tutta la vita a tener vivo il ricordo dell’Olocausto,e diffondere il perdono. Perdono che lei vuole concedere a titolo personale, a chi, nazista pentito, pur se condannato, vorrà liberarsi di un peso morale insopportabile. Come ha fatto lei, perdonando anche i suoi stessi genitori che aveva odiato perché non avevano saputo salvarla dalla deportazione. Ilperdononon è una debolezza né una svalutazione dei crimini dell’uomo contro altri uomini, né un atto che cancella la colpa, ma qualcosa che rende liberi e può alleggerire l’anima sia di chi lo riceve sia di chi lo dona.

La curatrice che firma anche la postfazione e che ha scelto di dare voce a Eva, facendola parlare in prima persona, è Lisa Rojany Buccieri, Ad illustrare il racconto della protagonista si aggiungono numerose foto che contribuiscono a coinvolgere il lettore nelle vicende vissute, a ricostruire il contesto narrato e a farlo riflettere.

Fonti: “sololibri.net”, 27 gennaio 2022 “labottegadeilibri”, 20 marzo 2022;

Osvaldo Aime