In principio erano fratelli.

Prove di fraternità nella Bibbia.

Autore: Luigi Maria Epicopo

Editore: Tau, 2022. Pagg. 96

Caino e Abele. I figli di Noè: Sem, Cam e Jafet. Giuseppe e i suoi fratelli. Esaù e Giacobbe. Tutto il racconto della Genesi è abbracciato da una grande parentesi di fraternità fallite. La Bibbia mette queste vicende proprio all’inizio perché nella parte più profonda dell’uomo è sedimentata una ferita, un fallimento, un anello debole, la difficoltà di essere in relazione e in comunione con gli altri. Perché dentro di noi ci sono sia Caino sia Abele, crescono insieme grano e zizzania, con le loro diversità, non facili da accettare. Caino non può amare Abele perché Caino non ama Caino, si percepisce sbagliato, pensa che la sua vita non sia degna come quella del fratello. E’ sopraffatto dall’invidia, quella che Dante Alighieri nel suo viaggio all’Inferno identifica con una lupa “che molte genti fè già viver grame”, sempre affamata delle vite degli altri, giacché “mai non empie la bramosa voglia e dopo il pasto ha più fame che pria”. Invidia: minaccia insidiosa per ognuno, da sempre!

Caino, preso nella spirale dell’invidia, ci dice Epicopo, sente prepotente la necessità di essere confermato, di valere. E’ rabbioso con sé stesso, cerca quindi un altro su cui scaricare la propria rabbia, farsi giustizia da sé. Finisce per cedere al “peccato che è accovacciato davanti alla sua porta”. Inutile il richiamo di Dio: “Verso di te è il tuo istinto, ma tu dominalo!” Se è vero che non tutto quel che capita è voluto da Dio, è vero però che in tutto quel che capita c’è una strada che porta a Dio, strada per la quale Caino non si vuole avviare. “Tutto ciò che Caino farà dopo l’avvertimento di Dio è una sua libera scelta: egli non sarà costretto a uccidere il fratello, ma deciderà comunque di farlo”. Qui si consuma il dramma, Caino non fa funzionare il suo cuore, rimane prigioniero del suo istinto. Di fronte a Dio, che gli propone di fare la verità in se stesso, Caino risponde con due atteggiamenti negativi: nascondersi a Dio, e avere paura, paura di sè stesso, non voler capire chi veramente è.

Dopo l’uccisione del fratello, sfuggendo ancora una volta alle domande di Dio, Caino rimane con la presunzione di aver commesso qualcosa più grande della misericordia di Dio. Come forse sarà per Giuda. Entrambi lontani dal rifuggire la strada imboccata, dal riconoscere il proprio peccato. Anche Pietro tradirà ripetutamente il Signore che amava tanto ma, incrociato lo sguardo di Gesù, “pianse amaramente”. Riconosce il peccato e si lascia perdonare, sta qui la differenza.

Dal mondo di peccato, nel quale ognuno di noi può facilmente perdersi, Dio può stabilire una nuova storia, come sarà per Noè che si fida delle parole di Dio, si affida pienamente a Lui, mentre tutto intorno crescono e durano a lungo acque spaventose, lì lì per sommergerlo. Lo stesso farà Giuseppe, tradito dai fratelli che, rosi anch’essi dall’invidia per la preferenza che gli riserva il padre, lo vendono come schiavo. Giuseppe accetta quel che gli è accaduto e li saprà perdonare. E sarà salvezza per il suo popolo.

Al centro delle nostre vite sta dunque la relazione, il comprendere che al mondo non ci siamo solo noi. La relazione, che può accadere solo tra persone diverse, è l’unico modo per sperimentare la Terra Promessa, che non è un luogo geografico ma è sempre qualcuno. Un qualcuno da incontrare oltre noi stessi, qualcuno da riconoscere nella sua diversità. Qualcuno che ci fa provare i nostri limiti, ci fa capire davvero chi siamo. Ecco la strada che Epicopo, con linguaggio capace di arrivare a tutti per la sua chiarezza, disegna quasi visivamente in poche pagine di un libro di piccolo formato! Un percorso lungo il quale meditare e ruminare alcune delle prime storie della Genesi. Storie che ci invitano ad affidarci a Dio, alla sua misericordia, consapevoli delle nostre debolezze, delle nostre mancanze. Cosa che ci farà persone libere, persone capaci di amarsi e di amare, di riconoscerci tutti “figli” -quindi fratelli- e non servi, tutti amati dal Padre.

Fonte: Tau editore

Osvaldo Aime