Libri, libri…

Poche pagine alte pochi centimetri alla base dell’ installazione “Il Castello”(romanzo di F. Kafka)di Méndez Blake, qui a fianco, fanno apparire potente la forza del pensiero che un libro può racchiudere, tanto da incrinare, aprire crepe nel muro. Quel muro che talvolta esclude il nostro sguardo dall’altro, dall’oltre, che limita la nostra libertà. È nelle idee infatti che il mondo si disvela, si rinnova, e i libri, i loro custodi più antichi, sono anche potenti mezzi di cambiamento, di rinnovamento.

Leggere poi è creare, è il lettore che completa l’opera dello scrittore, poiché un libro non letto è tanto inutile quanto una torre di cui mai si scali la cima, un ponte che mai si percorra… È il lettore, che abita e percorre pagina dopo pagina i pensieri e i luoghi disegnati dalla penna dello scrittore, che dà loro senso di esistere, che ne libera l’energia. E nelle mani del lettore il libro è un bambino, che cresce pagina dopo pagina con le sue speranze, ansie, paure, scoperte, sofferenze, cadute, riscatti, riflessioni, domande, ingenuità, malizie, peregrinazioni, ironie, traguardi…, che mette in gioco nel lettore la sua intelligenza emotiva e la sua empatia, importante viatico per vivere al meglio la quotidianità.

Ogni libro, insomma, può essere un grande regalo al lettore.

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni; c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità, all’indietro“. (U. Eco)

Osvaldo Aime