Un prete contro la mafia

Danilo Procaccianti

De Agostini, 2023, pagg 158

Nascere in un quartiere periferico degradato di una città come Palermo, dove lo Stato, le sue istituzioni (scuole, trasporti, servizi…) sono assenti, dove barare è norma quotidiana, e i più “furbi”, che non fanno niente tutto il giorno e se ne vanno in giro con orologi d’oro sono visti come modelli, può spingerti su strade, molto pericolose. Diversa, invece, quella percorsaa da Padre Pino Puglisi.

Se a sedici anni ti affacci alla vita vedendo l’uliveto della famiglia completamente sradicato in una notte da ignoti e lì nel campo, ben piantata, una croce a prefigurare un possibile fatale futuro al suo proprietario, tuo padre, che forse ha detto “no” a qualcuno, un “no” che quel qualcuno non ha accettato, potresti scivolare nel rancore, covare vendetta, cercare risarcimento a qualunque costo. Scelta tutta diversa,opposta, quella imboccata da un Pino Puglisi sedicenne, scioccato da quella mattanza di ulivi, cresciuto nel quartiere Brancaccio di Palermo ad alta densità mafiosa.

Una vita, la sua, spesa tutta per il riscatto dei poveri, a fianco dei poveri, dei ragazzi difficili, incontrati a scuola o in parrocchia. Scontrandosi inevitabilmente con tradizioni e mentalità mafiose radicate e condivise da tanti, che per avere l’acqua, la luce per le strade, le fogne, diritti primari per tutti, non favori concessi, vedono come unica soluzione” l’ingraziarsi il politico di turno, pregare il mafiosetto locale o corrompere un funzionario comunale”. Mentalità e cultura mafiosa che non hanno bisogno di omicidi e stragi per imporsi vincenti.

Una vita tutta in salita, quella di Padre Puglisi, che Danilo Procaccianti, giornalista, inviato di Report, ripercorre: dal quartiere palermitano di Settecannoli, dove Pino è aiutante del parroco, agli Istituti nei quali è insegnante, a Godrano nell’entroterra dell’isola, insanguinato da faide annose, poi infine ancora a Palermo nel quartiere Brancaccio … (in mano, di fatto, ai fratelli Graviano), sempre coinvolgendo i ragazzi, creando occasioni per incontrarli e perché si incontrassero al di fuori dei giochi locali di potere mafioso, parlando di perdono e amore possibili. Proprio negli anni dello scontro più alto tra mafia e poteri dello Stato segnati dalle stragi di Capaci e via d’Amelio e dagli attentati di Milano e Firenze.

Padre Pino Puglisi, amichevolmente chiamato 3P, è andato per le strade, nelle case dei poveri, ha parlato con bambini e ragazzi, li ha raccolti prima presso la parrocchia, poi presso il Centro Padre Nostro, tirato su con il concorso di tanti volenterosi, ad occuparsi di alfabetizzazione, di anziani, di disabili, del trasporto scolastico,… sottraendo tanti di loro alla manovalanza mafiosa, liberandoli dall’idea che la mafia fosse meglio dello Stato. E questo era davvero troppo per il potere mafioso, che si vedeva prosciugare il terreno di coltura di futuri adepti, di sicuri sostenitori, tanto da decidere di liberarsene: uccidendolo la sera del 15 settembre 1993, nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno.

Senza riuscire per questo a spegnere il fuoco acceso dal suo profondo amore per i ragazzi, per gli ultimi, per i dimenticati. Oggi il messaggio lanciato dal Padre Puglisi è vivo, continua a tracciare nuove strade per tanti, il centro Padre Nostro è attivo, con varie sedi, e continua a coniugare evangelizzazione e promozione umana nei quartieri popolari di Palermo.

Danilo Procaccianti con questo libro si rivolge ai bambini, ai ragazzi perché ripercorrendo la storia di questo prete coraggioso crescano consapevoli dei loro diritti, liberi di costruirsi con dignità il loro destino. Li invita, sull’esempio di Padre Puglisi a “rompere le scatole”, come fece letteralmente una volta Padre Pino davanti ai suoi attoniti studenti, a difendere i loro diritti, quelli della comunità in cui crescono. Diritti e non favori! Il racconto scorre spigliato sul filo di ricordi e testimonianze di chi l’ha incontrato e ne ha condiviso le lotte, disegnando la figura di un grande creatore di consapevolezze, di fermenti capaci di far lievitare al bene coscienze narcotizzate, assuefatte alla mentalità mafiosa e a soprusi quotidiani. Non una biografia ma la storia di un uomo di fede e amante appassionato dei bambini, dei giovani invitati a vivere con coerenza il loro battesimo.

Riconosciuto martire dalla Chiesa, Padre Pino Puglisi è stato proclamato beato, martire in odium fedei, nel 2013. Il Beato Pino Puglisi riposa nella Cattedrale di Palermo. La sua memoria è ricordata il 21 ottobre, giorno in cui ricevette il battesimo.

Osvaldo Aime