Commento al Vangelo di Giovanni 15,1-8. (28/04/24)

“Carissimi, nel Vangelo secondo Giovanni, nel capitolo 15, versetti dall’1 all’8, ci troviamo di fronte a uno dei più belli e profondi simboli usati da Gesù per comunicare la sua relazione con i suoi discepoli: la parabola della vite e dei tralci.

Gesù si presenta come la vera vite e il Padre come il vignaiolo. Questa immagine richiama l’antica tradizione ebraica che associa Israele alla vite. Gesù rivela che i discepoli sono i tralci, ossia parti vitali della vite, chiamati a rimanere uniti a lui per ricevere la vita e produrre frutti abbondanti.

La chiave di questa relazione vitale è l’unità con Cristo. Gesù afferma: ‘Chi rimane in me, e io in lui, fa molto frutto’. Questa unione intima con Cristo è essenziale per la vita spirituale del credente. È un invito a vivere in comunione costante con il Signore, ad abbracciare la sua Parola e ad aderire ai suoi insegnamenti.

Inoltre, Gesù ammonisce che senza di lui non possiamo fare nulla. Questo ci ricorda la nostra completa dipendenza da Dio per ogni aspetto della nostra vita spirituale. Senza la grazia e la presenza di Cristo, siamo come tralci staccati dalla vite, destinati a seccare e a morire.

Ma c’è anche una promessa di grande gioia e fruttificazione per coloro che rimangono in Cristo. Gesù dice: ‘Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla’. Questi frutti non sono solo le opere esteriori, ma anche i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, autocontrollo.

Infine, Gesù esorta i suoi discepoli a rimanere saldi nel suo amore e a dare gloria al Padre portando molto frutto. Questo è il vero scopo della nostra esistenza: glorificare Dio attraverso la nostra comunione con Cristo e la nostra testimonianza di vita.

In questo passo del Vangelo di Giovanni, siamo chiamati a riflettere sulla nostra relazione con Cristo e sull’importanza di rimanere uniti a lui come tralci alla vite. Che possiamo abbracciare con gioia questa chiamata all’unità con il Signore, e che possiamo portare molto frutto per la gloria di Dio e il bene del prossimo.”

S. Agostino