Morire è un attimo
La prima indagine del maggiore Aldo Morosini nell’Africa Orientale Italiana
Autore: Giorgio Ballario
Editore: Edizioni del Capricorno, 2020; pagg. 238
Massaua, porto sul Mar Rosso e perla della colonia dell’Eritrea italiana, 1935. Lontananza dalla madrepatria, vita di frontiera, contatto con la società indigena, un’atmosfera torbida e segnata da una certa mollezza trasformano imprenditori e funzionari italiani in mezzi avventurieri che trascinano stancamente le proprie giornate fra un caffè e un bordello. Anche il maggiore dei Reali Carabinieri Aldo Morosini si divide fra una stanca routine lavorativa, visite alla ‘casa’ di madame Chantal e le «veglie del triumvirato», come vengono chiamate le cene con gli amici Regazzoni, ufficiale medico, e Morandi, professore della scuola locale. Il 10 marzo la quotidianità di Aldo viene tuttavia sconvolta quando il piroscafo Genova attracca in rada, sbarcando una compagnia di teatranti, fra i quali Virginia, sua vecchia fiamma, e, nella stessa serata, il commerciante Puricelli, uno degli uomini più ricchi e in vista della città viene assassinato in modo cruento. Di lì a poco viene barbaramente ucciso anche un impiegato di banca. I sospetti si concentrano sugli agenti del Negus etiopico Hailé Selassié, coinvolti nelle settimane precedenti in sanguinosi scontri di frontiera con le truppe italiane. Scontri che preludono a una guerra con l’Abissinia pensata ormai come inevitabile. Ma Aldo Morosini, maggiore dei Reali Carabinieri, non è affatto convinto di questa versione di comodo.
Stretto fra le pressioni dei superiori e la ricomparsa di un vecchio (e mai dimenticato) amore, cerca con ostinazione altre piste. E, con l’aiuto del fedele sottufficiale Barbagallo e dello scium-basci Tesfaghì (indigeno al servizio degli italiani con un grado corrispondente al maresciallo), segue le tracce di una vecchia scimitarra yemenita e di una foto ingiallita dal tempo. Indizi che faranno riemergere dal passato una torbida vicenda di interessi e velenosi tradimenti. E costringeranno Morosini a inseguire l’assassino nell’infernale deserto della Dancalia e sui verdi altopiani di Cheren e Asmara, anche nel tentativo di evitare ulteriori vittime.
Atto di nascita di un personaggio unico nel noir italiano, Morire è un attimo inaugura una saga* in cui suspense e minuziosa ricostruzione storica della società coloniale portano il lettore al centro di un mondo che è sì di finzione, ma ha tutti i crismi della realtà: il lettore vive con Morosini, frequenta con lui i caffè degli italiani d’Africa, percorre le ambe e le valli di Eritrea …Per ricreare in modo credibile questo mondo passato nel quale il lettore potesse immergersi credibilmente in quello scenario coloniale l’Autore ha compiuto accurate ricerche storiche su testi di storia, su giornali d’epoca, sulla memorialistica dei coloni, sui filmati dell’Istituto Luce…
* Dopo Morire è un attimo, il ciclo dei gialli storici africani del giornalista torinese Giorgio Ballario continua con Una donna di troppo, Le rose di Axum, Le nebbie di Massaua e Intrigo ad Asmara.
Fonti:edizioni capricorno; riccardo alberti,14 giugno 2022; note dell’autore in “Morire è un attimo”
Osvaldo Aime