Festival dell’Etica di Roma dal 6 all’8 maggio.

Si parla delle conseguenze sociali, politiche, morali dell’intelligenza artificiale 

“Vite digitali”: le conseguenze sociali, politiche, morali dell’intelligenza artificiale sarà il tema al centro del primo Festival dell’Etica pubblica, al via da domani venerdì 6 fino a domenica 8 maggio all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

Organizzato da Fondazione Musica per Roma, Luiss e da Ethos, l’Osservatorio di etica pubblica della Luiss Business School. Il festival sarà aperto dal filosofo Sebastiano Maffettone (Direttore di Ethos) e dall’Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma Daniele Pittèri. Le tre giornate vedranno tra i protagonisti grandi personaggi della scena pubblica italiana e internazionale con tre keynote speakers: Casper Klynge, Vicepresidente Microsoft con delega agli affari del governo europeo, Mario Rasetti, Professore Emerito di fisica teorica al Politecnico di Torino e Giuliano Amato, Presidente della Corte Costituzionale.

Il rapporto tra Etica e Intelligenza Artificiale, declinato in riferimento a questioni come innovazione sociale, sostenibilità, religione e spiritualità, guerra e armi, robotica, sanità, sviluppo economico, nuovi modelli educativi, human enhancement e creazione artistica, saranno solo alcuni degli argomenti della prima edizione del Festival, che vedrà coinvolti filosofi, studiosi ed esperti di IA italiani e stranieri, da Paolo Benanti a Derrik de Kherckhove, da Marta Bertolaso a Bruno Siciliano, da Paola Severino a Vincenzo Paglia, da Pietro Labriola a Luigi Nicolais, da Giorgio Ventre a Jeffrey Schnapp, da Andrea Prencipe a Guglielmo Tamburrini a Stefano Songini.

Oggi macchine basate su algoritmi riescono a fare diagnosi mediche con una percentuale di esattezza che in alcuni casi supera quella di un medico; possono prevedere chi potrà ripagare un prestito in maniera molto più accurata di un direttore di banca; secondo alcuni sviluppatori, possono capire meglio di noi se esiste un’affinità affettiva con la persona che ci troviamo davanti. Le intelligenze artificiali (IA) acquisiscono sempre più capacità predittiva e un ruolo di primo piano in molti settori della vita nell’era digitale ponendoci di fronte a nuove questioni etiche rese ancora più urgenti dall’avvento della pandemia. Questi sono solo alcuni degli argomenti che saranno trattati nell’arco delle tre giornate del Festival, che si svolgeranno in dieci panel, alla presenza di alcuni tra i massimi esperti del settore.

“L’uso pervasivo del digitale con l’algoritmizzazione dei processi, le forme di intelligenza artificiale e la robotica avanzata – afferma il filosofo Sebastiano Maffettone – sono la frontiera più provocatoria dei processi decisionali umani. Questi coinvolgono non solo la tecnica ma anche il lato più profondo e radicale dell’autocomprensione dell’uomo. Abbiamo titolato la prima edizione del Festival “Vite digitali” a sottolineare il fatto che oggi le vite di tutti noi si svolgono prevalentemente online, suscitando per questo non pochi imbarazzi e problemi. Il Festival vedrà impegnati 50 relatori, tutti in presenza, che affronteranno insieme le principali conseguenze politiche, economiche, morali, culturali, giuridiche e militari della rivoluzione digitale, senza trascurare i cambiamenti nelle arti visive e nella letteratura, il tutto in un orizzonte tracciato dalla scienza e dalla filosofia”.

Il primo Festival di etica pubblica – dichiara Daniele Pittèri, Ad della Fondazione Musica per Roma – nasce per rispondere alle nuove questioni etiche e filosofiche della vita contemporanea. Un nuovo festival si aggiunge così ai nostri festival e cicli di lezioni che affrontano tematiche di storia, scienza, letteratura, diritto e matematica. Un festival che oltre al carattere dell’urgenza per i temi trattati avrà più di ogni altro un approccio multidisciplinare e uno sguardo sul mondo reale che lo rende unico nel suo genere. Un’istituzione culturale come la nostra ha oggi il compito non solo di proporre contenuti nuovi al pubblico ma anche di elaborare insieme a esso le domande sulle questioni fondamentali del vivere insieme, di trasformare gli spettatori in cittadini attivi e partecipi al dibattito e alla vita pubblica. Ed è importante fare tutto ciò attivando virtuose sinergie con altre prestigiose istituzioni culturali come in questo caso è avvenuto con l’Università Luiss Guido Carli”.