Syberia

Autore: Guido Sgardoli

Editore: Edizioni San Paolo, pagg 224, anno 2023

Syberia”, dopo The frozen boy (che riflette sui rapporti famigliari figlio -padre) e L’isola del muto (che allarga lo sguardo ai rapporti di un intero clan famigliare prendendo in considerazione intere generazioni), conclude una sorta di trilogia sulla complessità delle relazioni umane. Qui, il protagonista si avventura in un viaggio nella natura estrema che è anche un viaggio all’interno di sé stesso. Lontano da tutto, lontano dal mondo, nel tentativo di capire chi è, cosa ha fatto per esser finito in quella prigione perduta nella sconfinata taiga siberiana, irta di conifere, betulle e pericoli (dopo le prime pagine, arriva immediato nella mente di un lettore non giovanissimo il richiamo al film di San Penn, Into the wild, e al suo protagonista calato nelle terre selvagge dell’Alaska). È l’alba del 30 giugno 1908. Un fenomeno misterioso* si verifica nel cielo della Siberia: un lampo accecante seguito da una violenta onda d’urto getta nello scompiglio la katorga, colonia penale zarista, dove Janis Potocki, giovane dissidente polacco diciottenne, amante della poesia, sta scontando da due anni la pena dell’ergastolo per aver partecipato a una manifestazione di protesta contro lo zar. La taiga circonda la katorga per milioni di chilometri quadrati, ma Janis, cogliendo l’attimo di confusione, decide ugualmente di sfidare la sorte e fugge verso est, verso l’esplosione; come unico bagaglio una vecchia scatola di sigari con pochi rubli e i ricordi dei suoi genitori, morti nel tentativo di opporsi al suo arresto. Solo, si addentra in una natura ricca sì di vita ma anche ostile, tanto da assumere a tratti le dimensioni del nulla e che potrebbe avere il sopravvento su di lui in qualsiasi momento. A cosa potrà servirgli l’amore per la poesia che da anni l’ha nutrito, financo negli anni di prigionia, ora che ha da pensare a sopravvivere? Ora, dalla terra, dal bosco deve trarre il suo cibo: erbe, insetti e piccoli animali che riesce a catturare. Alla ricerca di segni di civiltà, segue le acque salvatrici e purificatrici di un fiume che Janis battezza Swiezy (“fresco”), incontra lupi, orsi, un pericoloso detenuto in fuga come lui, un cacciatore di taglie (quasi un mondo degli inferi), ma anche dei nomadi generosi (un mondo di mezzo).

Sarà l’incontro con un oscuro sciamano, il Lesny (che, dopo i primi due mondi, apre a un mondo superiore, sempre secondo la locale concezione sciamanica), a cambiare il suo modo di percepire la realtà, a proiettare il protagonista in una dimensione indefinita, onirica. Man mano che si avvicina al luogo devastato dall’esplosione, il ragazzo si trova a misurarsi con un mistero, un terribile segreto che riguarda lui e la sua famiglia, che lo costringe a fare i conti, dolorosi, con sé stesso, con il proprio passato.Syberia, avverte lo scrittore torinese Fabio Geda, è «Un romanzo che scava nell’anima del suo protagonista e in quella di chi legge». E certo il lettore rimane spiazzato di fronte all’ultima verità cui va incontro Janis. Come si richiede a un buon racconto, che è pensato per ragazzi ma che vale anche per gli adulti.

*NB. Nelle note finali Guido Sgardoli ricorda che il luogo misterioso che accoglie Janis nel finale è ispirato all’evento di Tunguska. Fenomeno reale, non ancora del tutto chiarito. La mattina del 30 giugno 1908 la taiga siberiana è abbagliata e poi scossa da una gigantesca esplosione che, secondo alcuni testimoni, ha solcato il cielo in una massa enorme per poi abbattersi e schiantare al suolo oltre duemila chilometri quadrati di foresta. Gli scienziati non intervennero allora. Solo molto tempo dopo si cominciò a indagare sull’accaduto, senza tuttavia arrivare a una spiegazione certa e condivisa. L’ipotesi più accreditata è che possa essersi trattato di un meteorite che arrivò effettivamente a schiantarsi o che invece, secondo altri studiosi, “rimbalzò” per diversi chilometri nell’atmosfera senza mai toccare il suolo. I suoni assordanti che i testimoni udirono furono direttamente frutto di una spaventosa onda d’urto. Ed è qui che comincia la fuga di Janis.

* Guido Sgardoli ha vinto due volte il Premio Andersen (2011 e 2015), il Premio Strega ragazzi (2019), oltre altri numerosi riconoscimenti. Le sue opere sono tradotte in dodici lingue e adattate per il teatro.

Osvaldo Aime