Ebraismo e Cristianesimo a scuola: 16 schede per conoscerci meglio
Favorire una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica alle nuove generazioni: è questo l’obiettivo delle 16 schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) che sono state presentate il 15 e 16 marzo a Ferrara, nell’ambito del Convegno “Ebraismo e Cristianesimo a Scuola. 16 Schede per conoscerci meglio”.
“In questo contesto grave di guerra che ci avvicina ad un futuro che neanche osiamo immaginare, lavorare sull’educazione, sui ragazzi, sui manuali significa investire su una possibilità di pace e di futuro”, ha evidenziato Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI, intervenendo all’evento promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Le schede, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici, sono state simbolicamente consegnate ad alcuni tra i più importanti editori italiani di libri di testo per le scuole. “Queste schede – ha spiegato Mons. Baturi – aiutano e devono poter aiutare gli insegnanti e gli studenti a restare aperti alla realtà”, per evitare di “arroccarsi sul pregiudizio”. “L’educazione autentica – ha continuato – è legata strettamente all’incontro con l’altro e al desiderio di accoglierlo, di conoscerlo, di lasciarlo parlare. Non c’è conoscenza senza dialogo, incontro e ascolto della testimonianza”. In quest’ottica, ha aggiunto il Segretario Generale della CEI, “la conoscenza della realtà dell’ebraismo, l’incontro con gli uomini e le donne che sono portatrici e portatori di queste tradizioni, possono essere capaci di influire sui comportamenti. Confidiamo che anche i comportamenti denunciati di razzismo, di superficialità e di ignoranza possano essere vinti. Tutte le volte che la ragione viene educata, tutte le volte in cui l’accoglienza è possibile, anche i comportamenti possono essere influenzati dalla prospettiva di un bene maggiore”.
“L’antisemitismo è questa misteriosa creatura che riesce a trasformarsi e adattarsi ai tempi, ma il nucleo è sempre lo stesso, quello di affermare una prevalenza degli uni sugli altri e l’uso di un linguaggio di esclusione”, ha osservato Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia che ha definito quella delle schede “una rivoluzione silenziosa”. “È stato fatto – ha rilevato – un lavoro tra persone esperte della Conferenza Episcopale con un supporto ebraico per suggerire quali erano i temi che urtano la sensibilità ebraica e che, in quanto tali, vanno attenzionati e ripensati”.
Le schede si raggruppano di tre grandi aree. La prima presenta “I concetti fondamentali” come “La Bibbia ebraica”, “La Torah scritta e la Torah orale”, “Il Nome di Dio”. Nella seconda area – legata alla vita della comunità ebraica – vengono illustrati “Il calendario ebraico e il ciclo delle feste”, “Il Ciclo della vita”, la differenza tra “Sacerdoti, Rabbini e …preti”, “La Donna nella cultura Ebraica”. Infine l’area dedicata alla storia dell’ebraismo si concentra sul “Popolo d’Israele e la Terra d’Israele”, su “Gesù/Yeshua ebreo”, su “Paolo/Shaul ebreo” ma anche sul Concilio Vaticano II e sul significato corretto di alcuni termini.
“Il nostro sogno – ha confidato Di Segni – è quello di poter vivere e convivere in pace. Molto dipende da noi, da quello che facciamo come comunità, da come trasmettiamo e coltiviamo i valori, ma anche molto dipende dai popoli e dalle nazioni in cui siamo parte”.
“Purtroppo assistiamo ancora ad inaccettabili rigurgiti di antisemitismo. Dobbiamo combattere questi comportamenti e la via maestra per farlo è lavorare tutti insieme sul piano della trasmissione di valori positivi ai nostri ragazzi a partire dalla scuola”, ha confermato Alessandra Migliozzi, dirigente della comunicazione del ministero dell’Istruzione e del merito, sottolineando che “le 16 schede sono un importante strumento di approfondimento, trasmissione di conoscenza e corretta informazione”. “È un progetto importante”, ha detto da parte sua Rav Ariel Di Porto, membro della Consulta Rabbinica dell’Assemblea Rabbinica Italiana, ricordando che “nei libri di testo esistono errori, storture, anche immagini fuorvianti. Spesso i messaggi vengono veicolati non solo con le parole ma anche con le immagini”. L’elaborazione delle schede – ha raccontato Ernesto Diaco, direttore degli Uffici Cei per l’educazione, la scuola e l’università e l’Irc – “è avvenuta in un clima di grande disponibilità e collaborazione, tanto che i primi a raccoglierne i frutti siamo stati noi stessi. Ora attendiamo il riscontro del mondo della scuola e magari anche la curiosità di chi opera in altri campi dell’educazione e della cultura. Quello che abbiamo presentato è l’inizio di un percorso che continuerà”.
L’evento di Ferrara è stato anche occasione per realizzare alcuni laboratori didattici su temi quali la storia dell’ebraismo italiano, “Gesù ebreo”, aspetti inerenti la terminologia e il linguaggio. Le sessioni delle due giornate sono state moderate Livia Ottolenghi, assessore alle politiche educative dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Con la presentazione delle schede giunge a compimento un progetto avviato tre anni fa e condotto, per la Segreteria Generale della CEI, dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dall’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e dal Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica. Un percorso che aveva già visto tappe significative nel giugno 2019 e nel dicembre 2021 con un seminario per insegnanti e un incontro presso il Monastero di Camaldoli.