FRATELLINO

Autori: Amets Arzallus Antia, Ibrahima Balde

Traduttrice: Roberta Gozzi

Feltrinelli, 2021

Pagine 128

Questo romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima Balde (che ora vive in Europa), da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta basco Amets Arzallus Antia. Una voce che ci fa capire, senza vittimismo ma in tutta la sua drammaticità, cosa sono la traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la violenza della polizia, il viaggio in mare, la morte. Una voce ferma, così chiara e profonda da diventare a tratti poetica, che ci racconta cosa significa conoscere la sete, la fame, la sofferenza. La storia di Ibrahima inizia con la morte di suo padre, quando tocca a lui, che ha solo 13 anni, il maggiore dei fratelli, provvedere al sostentamento di sua madre, della famiglia. Il suo fratellino, Alhassane, che dovrebbe andare a scuola, mentre Ibrahima è lontano, decide di andarsene e di tentare la sua fortuna. Ibrahima inizierà dunque a cercarlo disperatamente, fino a giungere ad uno degli Stati più pericolosi per un giovane Africano, nel quale il fratellino – attraverso un viaggio lunghissimo ed estenuante – è arrivato: la Libia. La Libia che è “un altro mondo. Fatto per soffrire”.

Fin dalle prime pagine di “Fratellino”, ci si rende conto che la storia narrata ci trasporterà con violenza nei polverosi scenari africani, facendoci immergere nella quotidianità difficile e provante che vivono i suoi abitanti.Amets Arzallus Antia riportando il racconto di Ibrahima ne riporta fedelmente le pause, le ripetizioni, le esitazioni e i ripensamenti; In questo modo si viene spinti naturalmente a una lettura fortemente empatica, necessaria per contrastare pregiudizi e atteggiamenti disumanizzanti che, tra violenze, morti, vite illegali, espulsioni… rischiano di alimentare la nostra indifferenza.

Liberamente tratto da:

Il Libraio.it , febbraio 2022

squittiitralepagine.wordpress.com

Osvaldo Aime